LORIS BONI - tessera N° 205

Cresciuto nel Mocchetti, formazione di San Vittore Olona, passa poi alla Solbiatese, società con la quale esordisce in Serie C a 17 anni. Nel 1971 Boni viene acquistato dalla Sampdoria, nelle cui file fa il suo esordio in Serie A un paio di mesi prima di compiere 19 anni. Mediano dalle ottime qualità agonistiche, accompagnate da una discreta tecnica (cosa non scontata ai tempi), in grado sia di proteggere la difesa che di fornire un prezioso apporto a centrocampo, Boni rimarrà nel cuore dei tifosi sia per il carattere mostrato in campo che per un paio di reti decisive siglate in trasferta: il 9 gennaio ’72, infatti, l’allora diciottenne Boni porta in vantaggio i blucerchiati contro l’Inter campione in carica a San Siro, in un incontro che terminerà con un inatteso  4-4.

“È vero, quello è stato un gol memorabile. Sono partito da sinistra, ho dribblato Bertini con una finta di corpo, mi sono accentrato e ho scaricato in porta un destro imparabile. Eravamo una gran bella squadra. Magari non si lottava per lo Scudetto, ma in quella Samp giocavano tutti i miei maestri: il povero Salvi, “Basletta” Lodetti e soprattutto Suarez, che segnò il rigore del 4-4”. Ancora più importante la rete segnata il 20 maggio 1973: a Torino, in casa granata, il biondo mediano firma la rete che permette alla Samp di espugnare il Comunale negli ultimi minuti, nonché di salvarsi a scapito dell’Atalanta, grazie alla migliore differenza reti. Nel primo anno di permanenza nella massima serie si rivela fra i giovani più interessanti del torneo, guadagnandosi anche la maglia azzurra. Faccia da Intrepido Loris, tanto che il popolarissimo settimanale gli dedicò il ritratto di copertina nel numero 12 del 1972: per gli appassionati, E-bay lo mette in vendita come un Gronchi rosa. Loris, che ricordi hai dei tuoi anni alla Samp? Sei rimasto affezionato? “La Sampdoria è stata la mia prima squadra importante, sono arrivato a diciotto anni, mi ha fatto diventare un giocatore e mi ha fatto conoscere, lanciandomi nel palcoscenico calcistico. Non mi sono mai dimenticato della Samp, tra l’altro erano momenti particolari, difficili, i nostri scudetti erano a tutti gli effetti ‘la salvezza’. Pensi ogni tanto a quel mitico gol a Torino che ha fatto di te un eroe? “Quel gol ha lasciato il segno, nessuno credeva nella salvezza tranne quei tifosi venuti a Torino, invece ho rovesciato la situazione e ho scritto una piccola pagina nella storia della Samp. Ogni persona che incontro si ricorda di quel giorno memorabile. E’ stato un gol chiacchierato, fin troppo romanzato, si diceva che qualcuno mi avesse facilitato, ma la verità è che giocavamo contro il Torino che non voleva regalare nulla e feci un gol tecnico, tutt’altro che facile. Ogni volta che lo riguardo mi rendo conto di aver fatto una gran cosa in un momento molto delicato, mi è rimasto impresso e adesso più di allora capisco l’importanza di tale impresa. Mi fa piacere che la gente se ne ricordi...posso aggiungere un’ultima cosa? Saluto tutti i tifosi blucerchiati, sempre forza Sampdoria!"

Il giovane Boni passerà alla Roma nel 1975 per una cifra ragguardevole (800 milioni di lire). In giallorosso vive quattro stagioni poco brillanti, contraddistinte da un grave infortunio subito nel derby del 14 marzo 1976, a seguito di uno scontro fortuito con Giorgio Chinaglia al 10′ del primo tempo e da un presunto dissidio con l’indimenticabile Di Bartolomei, amplificato a dismisura dai media dell’epoca, che lo avrebbe portato alla cessione al Pescara nell’estate del ’79. L’inizio del declino: due stagioni in Abruzzo, due nella Cremonese, per poi proseguire in C con Novara e Legnano e chiudere nel ’90, tra i dilettanti, con il Fanfulla di Lodi. Boni vanta anche 6 presenze nella rappresentativa nazionale Under 21 (tra il ’72 e il ’73) e 8 in quella Under 23 (tra il ’73 e il ’77), quasi tutte maturate ai tempi della militanza blucerchiata. Appese le scarpette al chiodo, Boni intraprende la carriera da allenatore, sviluppatasi quasi esclusivamente tra i dilettanti del Nord Italia, tra Veneto, Lombardia, Emilia e Liguria: tra le diverse squadre allenate, spiccano Sassuolo, Mantova ed Imperia, ma i risultati ottenuti non saranno significativi. Più fruttuosa la successiva collaborazione con Braida, al punto da diventare un collaboratore imprescindibile per il diesse, specie negli ultimi anni al Milan.

 

(Fonti: Il pubblicista - Samp generation)