CLAUDIO BELLUCCI - tessera N° 200

Cominciamo col dire che la nostra storia inizia alla Lodigiani, dove un giovane Claudio Bellucci muove i primi passi nelle giovanili di una squadra 'seria' prima di passare tra le fila della squadra che più ha contraddistinto la sua carriera: la Sampdoria, che a 18 anni lo fa esordire in Serie A: era una Samp con giocatori del calibro di Evani, Pagliuca e Gullit, ed allora lo staff di Mantovani decide di mandare il giovane romano in prestito alla Fiorenzuola, dove comincia a volare perché in pochi mesi gioca 7 partite mettendo a segno 3 goal, per venire richiamato in fretta e furia all'ovile a causa del brutto infortunio a Bertarelli. Quell'anno segnerà altri due goal in campionato e renderà indimenticabile una partita con l'Arsenal in Coppa delle Coppe, grazie ad una sua doppietta che purtroppo non servirà al passaggio del turno della Samp. A Genova impazziscono per questo ragazzo perchè tifoso in campo e i giornali lo paragonano a Roberto Mancini: brevilineo, veloce, estremamente tecnico e calcia benissimo con entrambi i piedi, ma soffre la concorrenza e così va di nuovo in prestito, stavolta al Venezia. Segna 20 goal in Serie B che gli valgono il titolo di vice-capocannoniere, alle spalle di un Davide Dionigi micidiale e così sale l'interesse del Napoli, in declino ma con tanta voglia di fare. La squadra di Ferlaino lo acquista in comproprietà con la Sampdoria ed il primo anno va per la prima volta in doppia cifra in Serie A, anche se il Napoli fatica e retrocede in B: sono anni bui per la squadra e per “Peter Pan”, perché una serie di infortuni gli stroncano definitivamente una carriera che per talento, avrebbe meritato ben altri palcoscenici. Nel 2000 contribuisce al ritorno nella massima serie della squadra che fu di Diego Maradona, ma in Serie A arriva 'O Animal Edmundo e sia Zeman che Mondonico gli preferiscono il nazionale brasiliano. Ma il Napoli torna in Serie B e Bellucci non ci sta, il rapporto con la piazza è buono perché il tifoso del Napoli percepisce la passione che un uomo mette per far felice il suo popolo, ma deve cambiare aria, va quindi a Bologna dove interpreta il ruolo di vice Beppe Signori. Una volta retrocesso, il Bologna punta tutto su di lui e Claudio lo ripaga: nel 2006 arriva solo dietro un mostruoso Christian Bucchi e l'anno dopo dietro l'immenso Alex Del Piero nella classifica di capocannoniere, lui che cannoniere non lo è mai stato. L'ultimo anno è il capitano del Bologna ma non rinnova il contratto e finalmente torna a casa, nella sua Sampdoria: ma ancora una volta la sfortuna si accanisce su di lui con 3 infortuni seri, tra cui la rottura del tendine d'Achille, che gli negano una nuova rinascita.

Le ultime stagioni le trascorre tra Livorno e Modena e dopo altri infortuni e altre peripezie mediche, tipo un'ulcera gastrica, appende definitivamente le scarpette al chiodo. Con il patentino di allenatore Bellucci torna alla Lodigiani, poi viene tesserato dalla Sampdoria che gli affida i giovanissimi, magari sperando che la favola di 'Peter Pan' possa aiutare altri ragazzi a credere nell'Isola che non c'è, a credere in quel sogno chiamato "professionismo". Storia recente è il suo passaggio al professionismo con l’Arezzo, dove è stato inviato dalla Sampdoria per seguire diversi giocatori della Primavera blucerchiata dati in prestito, ma purtroppo le cose non sono andate benissimo. Bellucci ha avuto tanta sfortuna come giocatore e tutti sperano che la sua carriera da tecnico sia diametralmente opposta, perché in ogni piazza in cui è stato ha lasciato un bel ricordo, forse perché in fondo, tutti volevano sognare per imparare a volare con lui… Chi ama non dimentica, grazie di tutto 'Peter Pan'.

 

(Fonte: Tuttomercatoweb)