Trasferta a Verona- 20 settembre 2017

Articolo inviato a caldo, direttamente dal pullman a partita finita, siamo di ritorno. Oggi sono stati venduti 900

biglietti, nonostante fosse un turno infrasettimanale per niente agevole! Gran tifo come ai vecchi tempi con il classico tamburo blucerchiato. Tanti giovani presenti, quante maglie blucerchiate che continuano la nostra magia. Partita un po' sottotono, soprattutto per il classico turnover di metà settimana. Torreira è stato grande, Alvarez incolore e Ramirez decisamente meglio, qualche dubbio

su un rigore a nostro favore, peccato per le diverse occasioni da gol non sfruttate e per la traversa presa alla fine, ma il pari è risultato giusto per entrambe.

Verona-Sampdoria: festa, canti e colori sulle gradinate, scambi di cori alla "vogliamoci tanto bene", un gemellaggio che si è nuovamente rinnovato. E ora tutti a casa, ole'. Alla prossima!

Trasferta a Torino- 17 settembre 2017

Percorriamo l'autostrada verso Torino e notiamo da subito un "certo movimento": alla barriera, come sempre, siamo attesi dalle forze dell'ordine che dopo un accesa discussione, ci scortano prima

all'autogrill e poi allo stadio. Tanti tifosi così (circa 1.500) non si vedevano da tempo.Grande festa, grande tifo, tante bandiere, il risultato lo conoscete, un buon punto conquistato, il ritorno è sereno e i più giovani dai finestrini del pullman sventolano i colori più belli del mondo. Il tempo di tirare il fiato e si riparte, destinazione Verona nel turno infrasettimanale.

Trasferta a Torino, Torino-Samp 29/4/17 (di Federico Garino)

Torino-Sampdoria, partita di campionato tradizionalmente non proprio amichevole, ricordata dai doriani più per le pietrate che li accolsero nel febbraio 2013, che per i risultati sportivi di questi ultimi anni. Il clima decisamente primaverile, estivo quasi che si respira a Genova, se da un lato ben si accompagna al calore tradizionale della tifoseria, dall'altro non induce noi, almeno noi, a considerarci in vacanza. Le ore della giornata scorrono placide nell'attesa della partenza da Piazza della Vittoria, poi, 5 minuti appena dopo essere saliti sul pullman, tempo comunque sufficiente per accamparsi spargendo bevande più o meno alcoliche e cibi più o meno commestibili,  ci avvisano che dobbiamo cambiare mezzo: il radiatore perde acqua e all'uscita di Sestri Ponente ci attende il pullman sostitutivo. A cambio frettolosamente eseguito, la trasferta può finalmente prendere il via e subito, discorsi preoccupati circa l'ipotetica permanenza dei nostri tanti gioielli, si mischiano a previsioni preoccupanti circa le reali possibilità del vicino di posto troppo loquace di tornare sano e salvo a Genova. Arrivati a Torino, avvicinandoci allo stadio,trasfertisti con memoria storica stoicamente cedono il loro posto lato finestrini ai più inesperti che, inconsapevoli e ingenui, forse non sanno che proprio ai finestrini miravano le pietre del 2013. Bella partita, soddisfazione generale e il rientro procede tranquillo, le luci si spengono appena si torna in autostrada, discorsi riguardanti la reale professione di Regini si intersecano con le tabelle salvezza per capire come la squadra al momento quintultima, ai più nota col modesto appellativo di "anti-Juve" possa, in virtù della giustizia karmica, concludere la stagione al terzultimo posto. E così il ritorno da questa ultima trasferta di aprile si conclude rapido, a volo di gufo si direbbe...

Trasferta a Reggio Emilia, Sassuolo-Samp 15/4/17 (di Davide Bozzini)

Ogni occasione è buona per vedere la Samp. Reggio Emilia è vicina e perché non andarci? Ma non da soli, non direttamente da Pavia, dove viviamo. Vogliamo farlo con i pirati da Genova, come tutti i tifosi della Samp. Ovviamente mi porto dietro la mia fidanzata che non segue il calcio ma inizia ad apprezzare i nostri colori: son certo che si divertirà. Si parte verso le 13.00 da Sampierdarena carichi di focaccia (ovviamente) per il viaggio, uova di Pasqua e quelle che non possono mai mancare, le bandiere coi colori magici della Samp! Entrando in autostrada rimaniamo bloccati per un’ora a causa di un incidente con il rischio di non giungere in orario per la partita. Sale il panico. Riusciremo ad arrivare in tempo? Superando il punto dell'incidente, capiamo che si tratta di una forte collisione di un pullman carico di ragazzini in gita scolastica, ma fortunatamente sembra tutto a posto. Ripreso il viaggio, l'atmosfera si tranquillizza e si può tornare a commentare l'ennesima sconfitta del C1nua, cominciata alle 15 a Marassi. Il viaggio dura quasi 3 ore e al limite, tutti impazienti, arriviamo allo stadio e corriamo verso la sezione ospiti con già tutti i giocatori in campo, tra l'altro con Viviano a meno di 4 metri e senza barriere e recinzioni: bello stadio, ma talmente vuoto che si sentivano solamente le nostre urla, la netta impressione è che eravamo di più noi.     Si comincia con l'inno e con tutte le bandiere alzate, anche se in lontananza è in arrivo un temporale. Brutto presagio! Invece l'inizio è positivo per la Samp e la fortuna aiuta a segnare Schick, che rimpalla un tiro di Silvestre...monta l’ottimismo in gradinata. Inizia il secondo tempo e dopo 11 minuti il Sassuolo ribalta tutta la partita. Faticoso da digerire per la Doria, che non era più abituata perdere, come ha dichiarato Giampaolo nel dopo gara: si interrompe tutta la positività di noi tifosi Sampdoriani al 'Mapei Stadium'. Il rientro è faticoso dopo una sconfitta così, ma i tifosi della Samp sono magnifici. Bello sarebbe andare in tutti gli stadi liberamente…e durante il viaggio…eccolo, il presagio che arriva: c'è il temporale...dannazione!

 

Trasferta a Milano, Inter-Samp 3 aprile 2017 (di Federico Garino)

Metti un lunedì sera alle 20:45: cosa fa di solito a quell'ora la gente normale? Cena, si appresta a dormire, calcola quanto tempo manca al prossimo fine settimana...insomma, tutte quelle amene attività delle quali a noi non può importare di meno, perché noi non siamo "gente normale", noi siamo sampdoriani e da bravi sampdoriani, il lunedì sera lo passiamo a San Siro.           La vicinanza della trasferta rende possibile un tranquillo pomeriggio in Corso Italia, in ossequio al tradizionale CIAO MILANO, seguito da una molto meno tranquilla corsa fino al punto di ritrovo per la partenza. Il viaggio, una volta tanto in macchina, procede tranquillo fino al capoluogo lombardo quando, come nel peggiore degli incubi e nella più ovvia delle ovvietà, ci si perde e ci si ritrova tra interisti simpatici quanto Icardi che parla con tua moglie. L'ex "Scala del calcio" crolla per la seconda volta in due mesi e dopo che qualcuno, a seguito di molte insistenze mantiene un fioretto, si parte per tornare a Genova e a coronamento di una giornata memorabile, si perdono gli ultimi rimasugli di dignità stalkerando i malcapitati Schick e Skriniar incontrati in autogrill. Decisamente diverso è il lunedì sera della gente normale...

 

11 marzo 2017- Derby (di Federico Garino)

Di già? Sembra ieri che Muriel e il buon Izzo ci regalavano la vittoria nel derby di andata, ed ecco che già si

 ripropone la partita che deciderà se per questa stagione la supremazia cittadina sarà appannaggio dei colori più

 belli e unici del mondo, oppure divisa a metà con i colori del Bologn...ah no, aspettate, del Caglia... maledizione!, vabbè ci

 siamo intesi ! Chi scrive, viene da una famiglia di 5 persone, di cui è l'unico Sampdoriano, gli altri...beh, gli altri hanno scelto la squadra sbagliata, quindi ben sa quanto questa partita non conti solo ai fini della classifica, ma anche per il benessere morale e spirituale della gente. Nei giorni antecedenti il derby, mentre il conto alla rovescia scandisce il passare del tempo, si sta come le patate in pentola con l'acqua calda: lessi! Ma è solo una stanchezza apparente, le energie che paiono mancare nell'avvicinamento, tornano moltiplicate per100 il giorno della partita. L'appuntamento è in Piazza della  Vittoria alle 17 circa, lascio la macchina nel parcheggio sotterraneo e inizio a girare per il centro, tifosi di entrambe le squadre si mescolano: amici, parenti e fidanzati, almeno nel pre partita, sia della Samp che del Genoa vanno a braccetto e si uniscono addirittura nel prendere in giro un gruppo di sventurate monache che si trovano a passare nel punto sbagliato nel momento sbagliatissimo. Alle 18:30 ecco arrivare il pullman di alcuni dei club della Lombardia, una quarantina di

 

gente refrattaria al corteggiamento assiduo di Milan, Inter e Juve e che vede nella nostra squadra l'unica vera grande, ed è una festa! Per loro, come per tutti gli amici che tifano Samp da fuori Liguria, la vittoria è già poter essere a Genova per sostenerla! Finita la partita, dopo aver inutilmente tentato di sapere se a casa fossero tutti sopravvissuti al risultato, non si può fare a meno di urlare, mentre i 20mila cugini che erano allo stadio si sono dissolti come neve al sole del deserto. La gioia di aver visto, vinto, vissuto una partita storica negli annali delle stracittadine della lanterna aumenta l'euforia, si salutano gli amici che tornano alle loro case lontane, si decide di andare a bere con chi resta, si va al parcheggio e neppure i 16 euri abbondanti poter prendere la macchina riescono a far passare la gioia...

 

'Trasferta' a Milano, Milan -Sampdoria 05/02/17 (Marco e Axel Scovazzi)

......e il fantomatico giorno arrivò: domenica 5 febbraio, stadio San Siro a Milano, ore 12.30.
La Samp ritorna a far visita al Milan, un anno dopo quella sciagurata partita persa malamente e noi attendiamo con ansia di poter vedere la nosta bella Samp, questa volta sotto la regia di Giampaolo e non più di Montella. L'occasione ci è fornita dal Comune di Milano che invita, a turno, le scolaresche della città: Davide, Dario, Alessio, Philipp, Federico, Andrea, Filippo e Marco vengono estratti per la scuola Media Moscati e si danno appuntamento un'ora prima del fischio d'inizio in largo Domodossola in una giornata memorabile,se non altro per la pioggia incessante che dal primo mattino cade sulla città. La Samp inizia a spron battuto e varie volte si affaccia in area rossonera, facendo intravedere un discreto carattere e nessun timore referenziale già in fase d'impostazione iniziale. Per i primi venti minuti, le squadre si fronteggiano alla pari anche se il Milan incoccia un palo esterno; di converso, è proprio la Samp a impressionare a centrocampo e  macinare un buon gioco con numerose incursioni, alcune molto temibili che basterebbe un pizzico di cinismo per concretizzare (Linetty nel primo tempo e Djuricic nel secondo, a titolo di esempio). Noi (io e Marco) gongoliamo perchè finalmente vediamo giocare bene la nostra Samp e perchè è così che ci piace immaginarla: aggressiva, coriacea (con Torreira) e fantasmagorica (con Djuricic e Silvestre). Non sappiamo come finirà: ma almeno mettiamo sotto torchio una "grande",  nella sua tana! Il secondo tempo è fatto di azioni paritetiche, da una parte e dall'altra, e entrambe sappiamo che sarà probabilmente un episodio, se così deve essere, che potrebbe rivoluzionare la gara....e così fu! L'azione che porta al goal, con la spettacolare finta a rientrare di Qugliarella coglie impreparato il centrale milanista che lo falcia maldestramente: lo spettacolo davanti a noi è Muriel a calciare e noi a trattenere il fiato per credere in un'impresa che nessuno di noi avrebbe minimamente immaginato di sottoscrivere, Luis che fulmina Donnarumma, spiazzandolo completamente (in precedenza, i "soli " tre rigori assegnati contro erano stati neutralizzati dal numero uno milanista) con una esecuzione esemplare. Di colpo, boato dalla parte opposta dello stadio dove stazionano gli eroici tifosi blucerchiati (possibile che la società rossonera debba assegnare i tifosi ospiti all'ultimo anello??) dove cominciano a sventolare i colori più belli del mondo e dove non si smette d' incitare i nostri giocatori, nemmeno per un istante!
Il ricordo più bello che ci rimane della giornata (a parte, il sorriso incorniciato di Marco che si prende una bella rivincita e può far festa con i suoi amici per almeno una settimana!) è del coro si alza alla fine della partita dalla nostra tifoseria che, meritatamente, sottolinea la prestazione superba e la grande prova di coraggio e di calcio corale in una piazza notoriamente difficile...
Eh sì, ci siamo ripresi quello che ci era stato tolto all'andata e nelle ultime stagioni....sempre avanti così, cara Samp, ci hai regalato una bellissima domenica che, di sicuro, ci farà compagnia speriamo il più a lungo possibile!
FORZA SAMP,
Marco e Axel

 

Trasferta a Bergamo, Atalanta- Sampdoria 22/01/2017 (Federico Garino)

La trasferta di Bergamo si sa, storicamente è una delle più ardue per i nostri magici colori, il periodo invernale e l'orario delle 18, scelto con il noto magnanimo acume che contraddistingue la nostra Lega e il rendimento altalenante della squadra scoraggiano i più, ma si può, dopo Napoli e Roma, saltare per motivazioni simili la relativamente vicina Bergamo? 

 

La domanda è chiaramente retorica , la risposta già la conoscete, i fatti affermano che il giorno della partita, un gruppo di ragazzi cantanti canzoni pessime, e facenti battute peggiori, si ritrova alle 13 in Piazza della Vittoria, in attesa di partire col pullman per Bergamo. Veramente strano il modo in cui questo ragazzi sono vestiti, più che a Bergamo sembrano destinati al polo nord, con addosso più strati che Fantozzi sugli sci. Sul pullman i discorsi variano dal commento alla formazione alle minacce di abbandonare allo stadio chi con i suoi commenti dovesse portare male. 

 

L'avvicinamento a Bergamo è scandito da cori sempre più frequenti e alti, il passaggio per le vie della città, da "amichevoli " conversazioni a gesti con gli autoctoni . Scesi dal pullman è il momento dei saluti con gli amici dei club della Lombardia, alcuni dei quali danno vita a situazioni veramente divertenti, che qui non esporrò nei dettagli onde evitare di mettere in imbarazzo gente dall'apparenza irreprensibile. Viene la partita,il risultato è negativo, le direttive alle forze dell'ordine fortunatamente sono più umane, per citare ancora Fantozzi, di quelle riscontrate altrove, infatti, in luogo della solita ora abbondante, ci fanno uscire dallo stadio "solo" dopo 20 minuti in compagnia di un freddo via via crescente. Il rientro è fatto di morsi di fame e di battute stupide, che , tra le lievi curve della Serravalle, degenerano in un quiz dai campanelli bizzarri, sui quali stenderò un velo pietoso perché l'ideatore sono io

 

Trasferta a Roma, Coppa Tim 19/1/2017 (di Federico Garino)

Esiste in Italia una città che non ha eguali al mondo, gli antichi si riferivano ad essa chiamandola semplicemente "Urbs" città, ad indicare che non vi fosse possibilità alcuna di fraintendimento con altri centri abitati dell'epoca, raffinatezza ,questa,  non differente da quella dei sovrani che firmano solo con il nome proprio, aggettivi e titoli sono inutili, esiste forse possibilità di equivoco? No, impossibile. Questa tappa romana ,organizzata in fretta e furia, prevede una permanenza nelle Capitale di sole 20 ore,una levataccia mattutina alle 5 per prendere l'ormai collaudato FlixBus e un grande senso di tristezza all'arrivo alla park dei pullman di Roma Tiburtina. Si, di tristezza, data infatti ormai quasi 3 anni l'ultima volta che ho potuto vedere della Città Eterna qualcosa che non fosse lo Stadio Olimpico, e mi è ben chiaro che, se mi facessi sopraffare dalla stanchezza , anche a questo giro , quel che potrei vedere sarebbe poco più che qualche fermata di metropolitana, magari il cupolone in distanza lungo la strada, il mio hotel sul lungo Tevere e i 15 minuti a piedi che lo dividono dallo stadio. La prospettiva mi pare inaccettabile, tiro fuori il cellulare, imposto il navigatore e cerco la strada per raggiungere la zona del centro . Lo spettacolo mi è noto e nuovo al tempo stesso, vedere il Colosseo, il foro romano, l'Altare della Patria, è sempre un'emozione unica, il fotografo mediocre che è in me fa si che la mano torni al cellulare per immortalare , con dubbia originalità, quei magnifici frammenti della storia più gloriosa dell'umanità. Il tramonto invernale già incombe, con una punta di rammarico mi avvio all'hotel, vedo , dopo una giornata in totale solitudine, i miei cari amici che per via diverse hanno raggiunto Roma, e a Roma , o forse a me stesso?, prometto che la mattina successiva, prima di partire per Genova, avrei visto ancora le meraviglie di quella città. Allo stadio , prima della partita ,godo dello spettacolo di vedere tanti Sampdoriani di Roma, nella massima parte membri del neo costituito club "Paolo Mantovani " retto dal mitico Presidente Enrico. Il giorno successivo sveglia ancora alle 5, il tempo di smaltire le scorie della partita del giorno prima e poi via verso Piazza San Pietro per il suggestivo tramite di via della Conciliazione ,le campane che suonano, l'ora della partenza che si avvicina, l'agitazione di perdere il pullman del rientro, Arrivederci Roma

Trasferta a Napoli del 6/1/2017 (di Federico Garino)

Epifania,  festa che personalmente ho a lungo incompreso. Quando ero piccolo e andavo a scuola, il suo arrivo suonava specialmente come una campana a morto che annunciava la fine delle vacanze e la vigilia del ritorno a scuola, oggi invece,segna la fine di uno dei periodi all'anno in cui più si lavora, e la vigilia del ritorno del campionato. Occorre dirlo sin da subito, la trasferta non è delle più semplici, Napoli è distante,Napoli "vanta" è gemellata con una controversa squadra britannica, loro sono forti, tremendamente forti. Tutte considerazioni che si affacciano nella mente di chiunque voglia affrontare una simile trasferta. Sì, si affacciano... salvo scomparire subìto dopo! Chissenefrega, torna la Samp, il resto non conta. La partenza è fissata alle 23 del 5 sera, il mezzo, uno di quei pullman di compagnie a basso costo che stanno diventando sempre più di moda. A bordo, dopo una eroicomica lotta per stare vicino al proprio compagno di viaggio, numerosi accenti si fondono tra loro, il riscaldamento si accende, troppo, le luci si spengono, 8 ore di viaggio si parano davanti a noi. Dopo una magra razione di sonno, l'arrivo nella città del sole è glaciale come il peggiore girone dell'inferno dantesco . Posate le valigie, si inizia il giro della città, nella quale qualcosa di fastidioso continua a cadere dal cielo, qualcosa di sorprendente e inquietante, per chi come noi è arrivato al sud vestito da turista primaverile, cade la neve!! Il resto della trasferta è costituito da una pizza dopo l'altra è da una lotta senA quartiere contro il gelo, alleviata solo dal calore umano di Giuseppe del club Napoli 081 e della sua famiglia , e dall'arrivo scaglionato dei nostri amici trasferisti di Genova. Ridendo, mangiando, girando e ,soprattutto,gelando, arriva la partita. In uno stadio in cui, a fine partita ,  a farci compagnia ci sono alcune simpatiche stalattiti di ghiaccio, oltre agli immancabili sfottò. La sera successiva, la partenza è un misto di sollievo e malinconia, Napoli si allontana,il freddo diventa meno acuto, abbiamo perso, ma abbiamo ritrovato la nostra Samp.

27/11/16- Trasferta a Crotone (di Matteo Ressia)

 

2200 chilometri per sostenerla! Ma per me non era presto partire il "sabato" mattina... Sveglia ore 3 di sabato, preparata borsa, presa bandiera e via in marcia per il piacere, per la gloria, per sostenere quei colori magici che ci fanno venire i brividi...E finalmente alle 5 si parte: l'emozione è talmente tanta che la stanchezza non si sente! Il pullmino è una bolgia, urla e canti, fotografie dei paesaggi, "mannequin-challenge" (un clima di festa)... Non manca proprio niente, neanche i pit stop rigeneranti con torte di spinaci, friarielli, torte al cioccolato...tutto gentilmente preparato dalle chef blucerchiate...E finalmente si arriva a Crotone, bella cittadina accogliente, con fantastici paesaggi. Alla sera, manco farlo apposta, si cena proprio dove nacque Rino Gaetano (cantautore che accomuna le nostre squadre). Subito si instaura un clima di amicizia con le persone del luogo per poi essere "nemici sul campo"...cori e sfottò, il bello del calcio...La partita fortunatamente finisce con un pareggio, si torna a casa felici, gli squali non riescono a sconfiggere l'attento marinaio, che si apprestano ad un lungo viaggio di rirorno, ma per te, Samp, questo ed altro...una passione indelebile che ti fa fare questo e altro, nonostante la distanza, la pioggia e i periodi difficili ...Sempre forza Sampdoria! Alla prossima trasferta, come on!

 

6/11/2016- Trasferta a Firenze (di Federico Pepe)

 

Una domenica a Firenze, sembra una buona idea per una tranquilla gita famigliare tra mille capolavori, no? Beh, diciamolo subito: la famiglia c'è, anche se è quella allargata e non convenzionale dal grande cuore blucerchiato...riguardo al capolavoro da vedere, c'è forse bisogno di dire che si tratta della nostra Samp? Partenza attorno alle 13, il tempo di un panino al volo e via, con le previsioni meteo a indicare "tempesta" in quel del capoluogo toscano. Nessuna preoccupazione, siamo marinai...a quando però una copertura, bella o brutta che sia, in uno dei principali stadi d'Italia? Il viaggio fila liscio tra cori, discussioni sulla formazione, gente che si addormenta o almeno, tenta!! Firenze ci accoglie con un cielo grigio che, se non promette proprio un bel tempo, sembra comunque essere meno pesante del previsto, ma il freddo è intenso, quelli si...il tempo di arrivare sugli spalti e già non ci facciamo più caso. A partita finita segue la solita ora abbondante di attesa all'interno dello stadio, il freddo che si fa via via sempre più intenso, la consapevolezza che quest'anno può essere veramente pieno di soddisfazioni, se squadra e allenatore si intendono...il segnale di via libera da parte della polizia, i cancelli che si aprono, il breve tragitto fino al pullman... si torna a casa ma, forse, ci si è sempre stati....

26/4/15- Trasferta a Napoli (di Matteo Morreale)

 

L'avventura partenopea prende il via domenica mattina con il Frecciabianca delle ore 6:00. Il viaggio fino alla Capitale scorre via serenamente, tra qualche chiacchiera su quello che ci aspetterà ed il sogno di un’impresa che ci appagherebbe di ogni fatica.

 

Sul convoglio Roma Termini-Napoli Centrale troviamo donne e uomini di tutte le razze, animali, venditori abusivi di bibite e calzini e ciclisti della domenica. La temperatura in carrozza è di circa trentacinque gradi, il treno è addirittura dotato di controllore e i venti minuti di ritardo vengono progressivamente recuperati durante la corsa. Nel tragitto ci intratteniamo con un ragazzo di Caserta, il quale scenderà poi ad Aversa ma non prima di averci raccontato tutto quello che ha fatto nella vita: cameriere, pastore, contadino e tappezziere. Ma soprattutto allevatore e stalliere, mestieri che lo hanno inorgoglito tantissimo, perché a detta sua “mica è facile mungere le vacche e togliere la merda dai cavalli”. Salutato il nostro amico ad Aversa, sfrecciamo verso Napoli Centrale, il cui arrivo è fissato alle 13:43. Il primo impatto con la città è abbastanza positivo: non veniamo assaliti e nemmeno derubati, ma incappiamo nelle prime difficoltà durante l’acquisto del tagliando per la metropolitana. All’interno del chioschetto adibito alla vendita si inserisce prima un signore in diritto di saltare la coda perché “perd’ o’ treno”, poi due senegalesi intenti a comprarsi le sigarette coi risparmi di una vita. Uno di questi, notando la mia espressione perplessa dopo avergli visto spaccare il salvadanaio sul balcone, mi domanda se ci sono problemi in tono minaccioso.

 

Riusciti ad uscire incolumi dal negozio, e non senza fatica, seminiamo i banchetti col gioco delle tre carte e i taxisti abusivi per andare a prendere la metropolitana. Destinazione Toledo. Il metrò è ottimo e puntuale ed in men che non si dica ci troviamo nel cuore di Napoli, ove consumiamo il nostro primo pasto campano. Per mangiare ci rechiamo in Via Chiaia da ‘Brandi’, storica pizzeria dal 1780. Lì incontriamo un’altra sampdoriana in vacanza col marito e sotto le note di ‘Tu vuo’ fa’ l’americano’ assaporiamo una margherita che è un capolavoro. Col fior di latte e non con la mozzarella di bufala, a scapito delle nostre credenze su quale fosse la ricetta originale. Terminato il pranzo, la nostra prima necessità è quella di posare per una foto in Piazza del Plebiscito con la bandiera della Sampdoria, perché ogni tanto è bello sentirsi un po’ eroi. Dopo, passeggiata a Lungomare Caracciolo, che grazie a Dio non ha niente a che vedere con Andrea.

 

Verso le 18:30 iniziamo ad incamminarci verso il San Paolo, perché c’è una missione da portare a termine. E per recarci a Fuorigrotta usufruiamo di Mariano, taxista di professione nella veste di ‘amico della mamma dell’amico’. Con Mariano siamo tranquilli, ci prende in Piazza del Plebiscito, ci porta fuori dal Settore Ospiti e poi ci riprende a match terminato. Sempre che ne usciamo vivi. È il nostro autista personale praticamente, guida con una mano sola, conosce una miriade di scorciatoie e fa i 70 km/h per risalire dai quartieri spagnoli facendo slalom tra le macchine, spiegandoci che il codice della strada a Napoli si applica solo sul momento. Alla mia domanda sul perché nessun poliziotto si interessi di chi non mette il casco la risposta è molto semplice: “C’è il poliziotto e c’è il poliziotto napoletano. Se sei un poliziotto e vivi un mese a Napoli diventi un poliziotto napoletano.”. Giunti a Fuorigrotta, veniamo lasciati nei pressi dello stadio. Col cuore in gola attraversiamo il mare di folla partenopeo dei Distinti, della Curva B e della Curva A e ogni volta ci viene data un’indicazione diversa sul percorso da seguire per entrare. Insomma, un prepartita a dir poco adrenalinico sotto gli sguardi dei padroni di casa e l’attenzione nel parlare il più a bassa voce possibile. Passando a fianco alla Tribuna salutiamo Stefano, unico volto amico prima di mettere piede al San Paolo. La partita va come deve andare, cioè una vera debacle. Ricambiare l’applauso dei ragazzi è davvero difficilissimo, ma noi non possiamo rimproverarci nulla. Il cuore e il nostro amore, come sempre, li lasciamo sui gradoni. Usciti dallo stadio, Mariano ci viene a prendere e prima di portarci in hotel ci procura un panino e ci spiega la strada da fare per raggiungere l’aeroporto la mattina seguente. Poi ci salutiamo, con la consapevolezza che a Napoli ci vorrà pure un attimo per farsi un nemico, ma anche un attimo per farsi un amico.

 

La mattina seguente prendiamo l’aereo in perfetto orario, finalmente si torna a casa! Quando tutto sembra andar bene, almeno stavolta, ecco il messaggio del comandante durante la turbolenza: “Purtroppo a Genova il tempo non è buono e non si può atterrare, dobbiamo virare per Torino.”. E così, dopo aver sfogato le nostre frustrazioni sul Toro, atterriamo a Torino Caselle. Lì ci facciamo letteralmente scippare per un piatto di pasta del giorno prima e due svizzere andate a male. Infine, dopo tre ore di attesa viene un pullman a prenderci per riportarci a Genova. Torniamo a casa con le pive nel sacco, quattro per la precisione, ma anche con la consapevolezza di aver fatto un’esperienza di vita importante al fianco della Sampdoria. Ringrazio Edoardo per la compagnia, ma anche i ragazzi che hanno sofferto insieme a noi all’interno dello stadio, in particolare Alessio e Alessia. Un ringraziamento speciale a Corrado che ci ha messo in contatto con Mariano, al Tamburino Pegli Club e all'unica persona, anche se non presente fisicamente, in grado di farmi tornare il sorriso dopo le peggiori sconfitte.

 Forza Sampdoria, oggi si vincerà!

 

3/4/15- Pirati a Firenze (di Stefania Bertoni)

Come dire? Fortunati? SI. Siamo da poco diventati pirati e avevamo tanta voglia di una trasferta, non in macchina come al solito, ma con la gioiosa combriccola del Sampdoria Club Tamburino Blucerchiato e con l’onore di rappresentare il Jolly Roger ed innalzare il glorioso vessillo in quel di Firenze.

La giornata inizia proprio bene: ci svegliamo con la pioggia e lei ci accompagnerà per tutto il giorno: viaggio di andata, partita, viaggio di ritorno… smetterà solo al nostro rientro in casa!!! All’appuntamento fissato alle 12:30 in Piazza Montano: tanto per non sbagliare arriviamo in anticipo, ma già i portici di Sampierdarena brulicano di colori blucerchiati che aspettano solo di salire sui pullman (dovevano essere due, sono diventati tre): appena accomodati, tanto per far sapere che i Pirati ci sono si scattano le foto ad imperitura memoria. Durante il viaggio non mancano cori, risate e chiacchierate sulla nostra Samp. Arriviamo a Firenze e ci sentiamo quasi importanti, perché la polizia ci attende al casello e ci scorta fino dentro lo stadio. Mah… ! Il “Franchi”, tutto scoperto, non è tra i più belli d’Italia, soprattutto con giornate come queste: piove, piove da un bel po’ e continua a piovere, rendendo il campo pesantissimo, tanto che qualcuno azzarda anche il timore di un rinvio per impraticabilità del campo.

E invece… squadre in campo e come sempre il settore a noi riservato si distingue da tutti gli altri, non si smette mai di incitare la Samp e anche se la squadra non offre il meglio di se, il vessillo dei Pirati sventola sempre. Sappiamo come è andata la partita e non ne parlo…e siccome di acqua non ne abbiamo preso abbastanza, ci fanno uscire dallo stadio dopo un’oretta buona, tanto per essere sicuri che fosse arrivata fino alle ossa, poi tutti di corsa sui pullman, chi a cambiarsi d’abito, chi a rifocillarsi, chi a cercare di asciugarsi come può. E’ evidente che il ritorno è un po’ mesto. Chi dorme, chi chiacchera, chi ascolta musica: all’una precisa si arriva a Genova…

L’esperienza di una trasferta in pullman assieme a compagni di tifo si è sicuramente rivelata positiva, è bello condividere la passione e l’amore per la SAMP: ci sarebbe voluto solo un risultato diverso oltreché…una giornata di sole (o almeno senza pioggia!)

Riflessione del giorno dopo: è proprio vero che…..

 

SAMPDORIA LA PIOGGIA NON CI BAGNA QUANDO GIOCHI TU
SAMPDORIA IL VIAGGIO NON CI STANCA SE VENIAM DA TE
OVUNQUE GIOCHERAI PER SEMPRE INSIEME A TE SAREM

 

Forza SAMPDORIA sempre e comunque e forza Pirati!

15/2/15- Trasferta a Verona (di Matteo Morreale)

La seconda ‘debacle’ di seguito al di fuori delle mura amiche è da registrarsi sul campo del Chievo, dove i blucerchiati commettono tantissimi errori ed escono sconfitti contro una squadra a dir poco mediocre. La responsabilità più grossa, a parer mio, è da attribuire al tecnico Mihajlovic, reo di aver mandato in campo una squadra priva dei migliori elementi in preparazione del derby. Detto questo, nessuna giustificazione per la prestazione offerta da chi in campo ci è sceso e con superficialità si è lasciato sopraffare da una squadra decisamente più scarsa della nostra. Da salvare ci metto sicuramente la compagnia, perché è sì vero che ciò che conta di più in una trasferta è il risultato, è altrettanto vero però che la forza e la carica di chi condivide con te un momento difficile possono davvero risultare positive e fondamentali per riprendere il cammino col medesimo entusiasmo. Chiudo il mese di febbraio quindi con due brucianti sconfitte, ma con la consapevolezza di esserci stato e di aver dato come sempre il mio contributo.

Cari pirati, alla prossima e forza Sampdoria!

 

1/2/15- Trasferta a Torino (di Matteo Morreale)

Il mese di febbraio è stato senza dubbio quello più ostico per la Sampdoria. Diversi pareggi sotto le quattro torrette rosse del Ferraris e due brucianti sconfitte: all'Olimpico contro l'odiatissimo Toro e al Bentegodi contro il Chievo. Il brutto momento, comunque, non ha fermato il mio entusiasmo e la mia voglia di seguire l'Unione Calcio Sampdoria insieme agli amici del Sampdoria club Damiano Damoia. Sicuramente il pomeriggio dell'Olimpico è stato molto sofferto, con una squadra incapace di reagire ai gol granata e una tifoseria che ha subito l'umiliazione dei 5 gol subiti in un match sentitissimo .

Nonostante questo, il momento che ha salvato l’intera trasferta, davvero molto toccante, è stato il saluto di “Capitan” Gastaldello. Il condottiero blucerchiato, entrato praticamente all’interno del settore ospiti, si è lasciato andare all’ultimo momento cerchiato di blu invitando i tifosi a sostenere ancora di più i ragazzi “perché lo meritano”. Una scena da “Libro Cuore” della sampdorianità, che si ricongiunge coi veri valori che questa società rappresenta per giocatori e tifosi dal 1946 ad oggi.

 

18/1/15- Trasferta a Parma (di Fabio Ceraudo)

In una splendida giornata di sole invernale, come tante altre volte viaggiamo alla volta di Parma, fiduciosi e con la speranza di vincere laddove ci aspettano i nostri amici parmensi. Come ogni anno ci raduniamo per una birra in piazza con loro e poi, come  tradizione  vuole, andiamo “Al Gallo d'Oro” a mangiare le specialità della cucina emiliana e giù di gnocco fritto e soprattutto lambrusco: ci aspetta una partita dura, l'entusiasmo è alle stelle e la voglia di continuare la nostra striscia positiva è tanta, lo stadio è colmo dei nostri colori e si respira aria di festa. Le voci di mercato imperversano con nomi altisonanti, ma non dobbiamo distrarci… dopo un 1° tempo con poche emozioni, nel 2° tempo la Sampdoria dimostra il suo carattere, incarna lo spirito guerriero del suo allenatore e con i gol del Toro e di Soriano la festa si conclude… purtroppo i nostri amici parmensi non godono di una buona classifica e non possono festeggiare, ma noi otteniamo finalmente una vittoria che manca dal lontano 2007 firmata Quagliarella! Il ritorno a casa dei pirati avviene con molti sogni nel cassetto e tante speranze per il mercato, con l'entusiasmo e la voglia di continuare questa stagione da sogno e con la speranza di tornare a Parma il prossimo anno per disputare un'altra sfida con i nostri amici. Forza Samp!


5/1/15- Trasferta romana per Lazio- Samp (di Matteo Morreale)

Come tutte le migliori avventure cerchiate di blu, anche questa ennesima trasferta romana parte con una gustosa notte insonne. L’attesa per la partenza, scandita dal ticchettio dell’orologio a muro, si interrompe alle 5:50, quando di gran carriera interviene la sveglia. Il suono che tutte le mattine uccide il mio sonno stavolta viene celebrato con un fortissimo “olé” di liberazione, per la gioia di mia mamma e dei vicini tutti. Sogni, pensieri e tanta voglia di seguirla, come se ogni volta fosse la prima, pur consapevole che a ‘sto giro saremmo tornati con le pive nel sacco. Uscito di casa, mi dirigo a Brignole più carico che mai, dove alle 7:13 – in perfetto orario tra l’altro – il Frecciabianca partirà per Roma. Il viaggio scivola via in modo piacevole tra chiacchiere, incontri familiari e un po’ di focaccia, il tutto con i miei compagni di viaggio, tra cui figura anche qualche volto "nuovo". A mezzogiorno siamo già nella Capitale, organizzati come non mai e pronti per lasciare gli zaini nella stanza in cui passeremo la notte. A differenza di altre volte, però, il nostro alloggio non è una stalla di infima qualità, bensì un posto accogliente e pulito, il tutto contornato da una regolare fattura fiscale. Certo, anche l’organizzazione Morreale-Repetto ha avuto i suoi momenti di gloria (???), ma quella di Ilaria, ahimé, alza l’asticella ben oltre lo standard della civiltà da noi mai raggiunto, andando a lambire quello della villeggiatura. Terminato il primo tour nella stanza, ci dedichiamo ad un’operazione di fondamentale importanza: il pranzo. Dopo aver animatamente discusso con un simpaticissimo – ed è un eufemismo – cameriere romano di fede juventina, consumiamo delle discrete porzioni di “Amatriciana” e “Cacio e pepe” che comunque non giustificheranno il salatissimo conto che ci verrà propinato poco dopo.

 

A fine pasto ci dirigiamo verso il centro, dove effettuiamo un giro in cui vediamo tutto ma allo stesso tempo non vediamo niente. Prima di dirigerci allo Stadio Olimpico, un attimo in hotel per rifiatare, per cambiarci e per aggiungere il rosso del cuore. Tutti in maglia rossa! Certi che anche se con sopra le giacche, lei ci riconoscerà… e poco importa se stavolta noi non abbiamo riconosciuto lei.

 

Usciti dal settore ospiti, affamati, andiamo in cerca di cibo e beni di prima necessità. Sì, perché come l’oscurità a Roma calano impietose anche la temperatura e le saracinesche dei ristoranti. Il rischio ipotermia e la carenza di cibo, cose che comunque con l’organizzazione Morreale-Repetto non si erano mai viste, rischiano di complicarci i programmi, invece, tutto sommato, ne usciamo indenni e senza troppe conseguenze. Solo il meraviglioso pranzo a Trastevere del giorno seguente riporterà poi la situazione alla normalità, consentendoci quindi di affrontare un viaggio di ritorno sereno e perlomeno con la pancia piena.

 

E poco importa se abbiamo sofferto e abbiamo perso. Lo abbiamo fatto da sampdoriani e fondamentalmente è l’unica cosa che conta. Parafrasando il nostro Presidente – quello autentico –, è dalle più amare sconfitte che nascono le più grandi soddisfazioni.


8/12/14- Trasferta a Verona (di Matteo Morreale)

Storia di un tabù finalmente sfatato. Sì, Verona-Sampdoria è soprattutto questo. Ma è anche il racconto di una giornata, di un lunedì - meglio specificarlo - che esula dalla quotidianità. Non mi fermerò a raccontare ciò che è accaduto sul campo, meraviglioso e fondamentale ai fini della classifica, ma vi immergerò nel folclore più totale.

 

La partenza per il Veneto è fissata alle 11:00 in Piazza Montano, il che potrebbe davvero rappresentare la prima follia di questa lunga giornata. Dire poi che il viaggio sia scivolato via in modo regolare sarebbe soltanto un eufemismo. A bordo del MAN da 53 posti a sedere, marchiato Volpi e ormai nostro assiduo compagno di avventure con il Tamburino Pegli Club, si aggirano insieme ai soliti visi loschi anche delle new entry di indiscussa qualità. Una di queste, un tale di nome Augusto, occupa abusivamente tutti e cinque i posti in coda del pullman, distribuendo perle di saggezza ai presenti. Augusto è un signorotto di 43 anni, tifoso sampdoriano dal 1981, anno in cui sono nati i Metallica e in cui, a detta sua, “ne sono successe di cose quell’anno…”. Questo incredibile personaggio, comunque, è un efficientissimo navigatore vivente. Infatti, fermi a Serravalle a caricare altri ragazzi, esclama con estrema sicurezza: “Ok, benissimo, siamo già a Milano!”. E Milano fu – per modo di dire –, poi via sulla Milano-Brescia, chiaramente altrettanto per modo di dire. Ma non è finita qui! Il nostro amico, notando il completo disinteresse dell’autista per i suoi consigli, chiama la mamma e le spiega la situazione come solo un vero leader potrebbe fare: “Siamo già sulla Milano-Brescia in mezzo ad un banco di nebbia, visibilità cinquanta! Un camion dietro e un camion davanti, ci sono solo camion qua!”. Ed è proprio tra un camion e l’altro che Augusto ci dice di essersi svegliato alle tre e mezza per raggiungere Sampierdarena dal lontanissimo e quasi inarrivabile quartiere di Marassi, dove oltretutto sostiene volino pentolini dalle finestre. E come potremmo dargli torto?

 

Dopo i pentolini dalle finestre, augurandoci che nessuno si sia fatto male, il navigatore vivente in modo molto fantozziano decide di portarsi pure avanti, dimostrando un’organizzazione superiore alla media: “PIIINAAAA! Mi prenoto già per la prossima trasferta, vengo anch’io a Torino!”.

 

Belin, incontenibile l'entusiasmo dei presenti. E credete sia finita qui? Non soltanto pianificazione nel suo curriculum, anche estrema maestria nelle faccende domestiche. Il nostro eroe è alle prese con un comò ed un cassetto rotto, ritiene che 'vada segato' e che non se ne possa occupare Ikea. La crisi a bordo del pullman si fa subito atroce e solo un’altra telefonata alla mamma riuscirà poi a riportare la calma. In suo soccorso interverrà presto un amico di famiglia abile a disattivare salvavita, aggiustare stereo e smontare tubi. Un vero tuttofare e se qualcuno fosse interessato cerco di reperire un numero di telefono.

 

Ci sono cose che però non si possono aggiustare. Dovete sapere che il cuore di Augusto batte per una bollente romagnola, la quale lo impegna in una solidissima relazione… che ha fine al termine del viaggio d’andata. Infatti, dopo il triplice fischio, il mito dei miti non rientra sul pullman e si congeda con le seguenti parole: “Io me ne vado! Le donne fanno tutte schifo!” e non fa più ritorno sul capoluogo ligure.

 

Ma il racconto non finisce qui. Giunto a Verona, dopo esser stato fermato da un napoletano (???) che cercava di spillare soldi, mi dedico ad una visita fugace ma accurata della città di Hellas, di cui Alberto e Chiara sono guide per caso. Ci dirigiamo verso il balcone di quella simpaticona di Giulietta e, dopo aver saltato la coda con la scusa che non vinciamo da quarantacinque anni, mi affido ad un noto rito che, si dice, porti fortuna. Tra una, due o forse tre birre offerte, segno di un’accoglienza calda e molto più meridionale di quanto i gialloblu non immaginino, ci dirigiamo piano piano verso il Bentegodi, dove inizia la festa vera e propria... e il resto lo sapete. Presenti nel settore ospiti tutti i gruppi organizzati, per un tifo ancora una volta da capogiro. Una notte magica da segnare col circoletto rosso nell'album dei ricordi e festeggiata adeguatamente nel viaggio di ritorno verso casa.

 

Un ringraziamento speciale ai miei compagni di viaggio, a chi c'era e a chi non c'era, ma soprattutto a chi con me custodisce questo meraviglioso sogno di quattro colori. Avanti Sampdoria!

23/11/14 Trasferta a Cesena (di Matteo Morreale)

Storia di una trasferta libera...Cesena-Sampdoria non si trascinerà soltanto il fardello della gara dai troppi rimpianti, iniziata con lo svantaggio firmato dall’ex Lucchini, proseguita poi con l’autorete bianconera – e meno male! – e terminata con l’occasione sprecata da Bergessio. La partita del Manuzzi passerà alla storia di questa stagione come la prima trasferta libera. Un vero e proprio esodo della tifoseria blucerchiata che si presenta in Romagna al gran completo. Ultras Tito Cucchiaroni, Fedelissimi e Fieri Fossato tornano finalmente a seguire il Doria liberamente e a colorare di blucerchiato il settore ospiti. Non può mancare una rappresentanza del Jolly Roger con tanto di striscione. Il lungo viaggio a bordo del pullman de “Il Tamburino” prosegue chiassoso ma regolare, lo stadio cesenate è godibile e il clima primaverile. Gli ingredienti per una trasferta, aldilà del risultato, da segnare col circoletto rosso ci sono. Da segnalare inoltre che la conformazione del Manuzzi con gradinata divisa in due anelli rende l’impianto molto simile al Ferraris. Una menzione pure per l’ottimo trattamento ricevuto dalla società ospitante: per una volta, e che sia di esempio per il futuro, non ci sono stati problemi con l’ingresso degli striscioni e si è respirato clima di distensione. La trasferta libera sarà replicata a Verona in occasione di Hellas Verona-Sampdoria e sarà certamente argomento del mio prossimo resoconto. Cari pirati, a presto e forza Samp!

29/10/14 Trasferta a Milano (di Matteo Morreale)

Archiviato il derby – ed era fuorigioco –, la quinta uscita stagionale del Doria è in terra milanese. La Samp è di scena al Meazza con l’Inter in una fresca e umida notte che, purtroppo, si rivelerà assai amara. I blucerchiati giocano e meriterebbero di portare a casa punti, ma è il “solito” penalty a favore delle strisciate a battere Romero e il Doria. A fine match, il Condottiero Sinisa ritira rapidamente la sua truppa negli spogliatoi per evitare squalifiche, rimarcando (se mai ci fosse stato bisogno) che è lui il vero artefice di questa “Sampgloria”. È una sconfitta che, comunque, non lascia strascichi. I sampdoriani presenti, poco meno di cinquecento, diventano padroni di San Siro, salutano Icardi a modo loro e annichiliscono il muro di cartone che gli sta davanti. Per i pirati non una grandissima trasferta, ma la consapevolezza di aver dato tutto anche alla “Scala del calcio”, onorando i colori cerchiati di blu e il magico vessillo del Jolly Roger.

28/9/14 Trasferta di fine settembre...in fuorigioco (di Matteo Morreale)

Raccontare il derby del 28 settembre come una trasferta potrà forse suscitare scalpore, ma in effetti il “Tempio” di cui l’altra metà di Genova narra è agli antipodi dal Ferraris in blucerchiato che conosciamo, peraltro sede di tutti i trionfi dell’Unione Calcio Sampdoria. L’ambiente è cupo e distopico, impossibile da raffrontare con la splendida e gioiosa realtà che caratterizza il nostro mondo e che trova nella coreografia della Gradinata Sud la sua più fulgida rappresentazione. E se fino al minuto settantaquattro il match sul campo è equilibrato, rendendo di fatto nervoso e frequente il botta e risposta sugli spalti, Gabbiadini, direttamente da calcio franco, fa esplodere la Genova blucerchiata. E poco importa se il regolamento targato Gasperini recita “fuorigioco”, i blucerchiati per la trentaquattresima volta si assicurano la stracittadina e consegnano ai pionieri del calcio italiano l’ennesimo racconto da traviare e mistificare in onore del “leggendario” Grifone. Festa doveva essere e festa è stata!

21-9-14: Trasferta a Reggio (di Matteo Morreale)

La seconda uscita stagionale è nel segno della buona cucina. La Samp fa tappa a Reggio Emilia, città mangereccia per eccellenza. Purtroppo la trasferta non è libera come sarebbe lecito aspettarsi, ma le presenze blucerchiate sugli spalti sono importanti e così anche la prestazione canora dei presenti. E se il Doria non riesce ad andare oltre lo 0-0 coi neroverdi, risultato comunque molto prezioso, segnaliamo una trasferta davvero piacevole: le ore di viaggio sul pullman del “Tamburino” scivolano via tra mille cori e altrettante risate, segno che essere pirati e seguire i nostri magici colori al di fuori di Genova significa soprattutto aggregazione e voglia di stare insieme. L’unica nota negativa è legata alle difficoltà riscontrate per l’ingresso degli striscioni, ennesima conferma di un calcio non più a misura di tifoso in cui la burocrazia fa da padrona anche sulla passione.

 Due tappe su due e due punti conquistati. Un inizio positivo, ma non finisce qui. Vi aspetto al prossimo mese per nuovi entusiasmanti racconti pieni di Sampdoria e sampdorianità. Ciao!

 

31-8-14: Trasferta palermitana (di Matteo Morreale)

La nostra avventura palermitana inizia poco prima della mezzanotte del venerdì, quando atterriamo al “Falcone Borsellino” di Palermo. Veniamo immediatamente accolti da una lunga serie di taxisti – probabilmente alcuni abusivi –, i quali cercano di caricarci a tutti i costi sulle loro vetture. Per nostra fortuna c’è ancora un pullman per il Politeama, situato nella zona centralissima di Palermo e sede del nostro soggiorno.
L’arrivo in hotel, o meglio, nella “casa vacanza” è molto tormentato: nessuno ci apre la porta fino alle 2:30 di mattina, quando la titolare, oltre ad un supplemento notturno di 20 euro, decide di spillarci altre palanche anche per il ritardo. Ovviamente tutto in contanti e tutto subito, degno di una scena da “Benvenuti al Sud”. L’alloggio in questione, comunque, è discretamente civile: una tavola di legno al posto del materasso, niente finestre ma aria condizionata, e annesse vicine sicule, tese e “squietate” per il nostro arrivo in piena notte.
La mattina seguente, con due o tre ore di sonno sulla schiena, ci alziamo comunque in buon orario e andiamo a visitare il centro di Palermo. La città trasmette moltissimo. In alcune strade il tempo sembra essersi fermato, riaffiorano i segni tangibili della cultura normanna e allo stesso tempo, purtroppo, il declino di un luogo lasciato al suo destino. La gente che popola Palermo, però, è superlativa: accogliente, cordiale e disponibile. Non siamo noi a dover chiedere informazioni, bensì sono loro a darci consigli sui maggiori luoghi di interesse.
Dopo un’oretta di cammino, giungiamo in Via Notarbartolo per rendere omaggio a Falcone e Borsellino accanto al cosiddetto Albero “Falcone”. L’albero è meta dei turisti, ma anche e soprattutto delle scolaresche palermitane. Tantissimi sono i messaggi di affetto lasciati lì dai più piccoli.
Terminato il giro in centro, usciamo leggermente dalla città per recarci a Mondello. Spiaggia meravigliosa e acqua limpida, ingredienti fondamentali per trascinare al mare uno come me. Nel momento in cui mostriamo i colori magici e posiamo per una foto in riva al mare veniamo accerchiati amichevolmente da tantissimi bagnanti, coi quali poi ci intratterremo per tutta la sera e tutta la trasferta. Da segnalare il tipico anziano siculo che, alla nostra richiesta di consigli per la cena, ci risponde: “Miiinghia, a Mondello c’è tutto quello che volete”. E così è. Tra un piatto di ravioli, un gelato ed una granita, la serata scivola via tranquilla e il giorno dopo siamo pronti per affrontare una nuova sfida. Citando una famosissima scena del film “Jonny Stecchino”, una delle più grosse piaghe di Palermo è il traffico. Però, ad una manciata di km dal caos di Via Calatafimi, si giunge a Monreale, luogo di estrema serenità e caratterizzato da un Duomo di straordinaria bellezza. Il giro all'interno della Cattedrale ci occupa mezza giornata, giusto il tempo di ammirare Palermo da oltre trecento metri di altitudine e i meravigliosi mosaici. Poi, il tutto termina con un bagno in mare prima serale e poi notturno, quasi a voler infrangere qualsiasi “regola” della quotidianità.
 Domenica ci alziamo con un unico pensiero fisso nella testa. Prima, però, un giro al mercato del “Capo”. Tra un urlo di “pisci friscu” e una canzone di Gigi D’Alessio, giungiamo fino al porto attraversando uno dei luoghi più folcloristici della città. Dopo, rientrati al Politeama, accogliamo il gruppo del “Levante blucerchiato” e torniamo con loro a Mondello, per un bagno finalmente tutti insieme. Infine, dritti al Barbera, per sostenere Lei, la nostra Regina sotto ai riflettori.
Nel Settore Ospiti della Favorita sono presenti gli striscioni del “Jolly Roger”, del “Levante blucerchiato” e de “ Il Tamburino”. Sugli spalti tutti danno tutto e pure di più, per un pareggio che alla fine sentiamo nostro e che ci portiamo a casa con tanto orgoglio. A fine match, per chiudere in bellezza, una chiacchiera con Stefano Rissetto e la notte scorre via, tra aneddoti e ricordi. Tra la Sampdoria di oggi, quella che è stata e quella che sarà.
 Si chiude con l’odissea del ritorno questa meravigliosa esperienza. Tra un volo per Roma in ritardo di due ore, il rientro dalla Capitale non più in treno ma in macchina, il posto di blocco della Polizia che tanto ci ha fatto spaventare e il traumatico ritorno alla normalità del giorno dopo. Non ci siamo fatti mancare nulla. E siamo solo all'inizio. Con Lei per tante altre pagine da riempire, piene di blu-bianco-rosso-nero-bianco-blu.
Forza Sampdoria!

9-8-14: a Londra con il Doria (di Matteo Morreale)

 

La nostra avventura inizia venerdì sera con la partenza per Londra attraverso l’aeroporto di Pisa. Il viaggio fino in Toscana procede regolare, lasciamo le macchine in un posteggio di massima sicurezza, il cui tipo più serio ha una pancia che fa provincia e si fa chiamare Pulcinella, e ci facciamo accompagnare in aeroporto. Entrati al “Galileo Galilei”, consumiamo un panino scaduto negli anni ’90 e ci imbarchiamo sul Boeing 737-800 di Ryanair. In alta quota il clima è da manicomio, quello vero: c’è chi canta, chi beve, chi urla, chi parla al telefono durante il decollo, chi vaga disperato, chi invoca l’Autogrill e chi vorrebbe dormire ma non può. Dopo un’oretta e mezza tocchiamo terra a Stansted, dove veniamo accolti da un cielo invernale con annesso diluvio. Infine, ci sottoponiamo ad un severissimo controllo documenti dal quale nessuno esce indenne. Le severissime “marescialle” alla dogana rimangono basite dalle precarie condizioni dei nostri documenti di riconoscimento, tanto che un italiano a fianco a noi viene addirittura respinto e non ammesso nel Regno Unito. Tipica accoglienza inglese? Terminate, positivamente per fortuna, le procedure burocratiche, troviamo un posto in aeroporto in cui passare la notte in attesa che sia disponibile la navetta per Paddington, sede del nostro hotel. Le ore scivolano giù lente, il cielo si rasserena e alle sei siamo carichi per imbatterci nella giungla londinese. Il primo impatto è da far west: saliamo all’interno del pullman, in ritardo di mezz’ora, chiedendoci “Ma quando partirà ‘sto cazzo di pullman?” e facciamo imbufalire l’autista, allergico ad italiani e simili, costretto a mollare il volante per venire ad intimorirci. “Did you say ‘sto cazzo di pullman?” diventerà poi il tormentone dell’intera trasferta. Scesi da quel cazzo di pullman, posiamo le borse in hotel e ci rechiamo a Portobello, cioè il regno delle carabattole. Visitiamo il paradiso del “vintage”, le bancarelle con le pregevoli – si fa per dire – specialità londinesi e rimaniamo colpiti davvero dalla particolarità del luogo. Dopo un giro piuttosto estenuante, ci fermiamo in una bettola per consumare un frugale hamburger, poi, ovviamente di corsa, prendiamo la metro per Upton Park. Tra disagi e ritardi che tanto ci hanno fatto rimpiangere l’AMT, giungiamo finalmente al Boleyn Ground con un’ora di anticipo. Superfluo che io vi racconti quanto sia bello lo stadio del West Ham; è praticamente un tempio del calcio. Le sensazioni provate durante il match sono per certi versi inedite, la sintesi perfetta di ciò che regala questo meraviglioso sport affiancato ai nostri colori. I londinesi ci scattano foto e video, ci guardano basiti. Vorrebbero applaudirci ma sono troppo freddi e orgogliosi della loro realtà per farlo, dunque tentano di risponderci a tono. Al loro “Perché non cantate più?” segue una risposta a squarciagola di tutto il pubblico sampdoriano, per una volta unito, in cui sembra quasi che non sia mai contata l’individualità al cospetto di un’entità molto più grande e più importante di noi. Usciti dallo stadio, la stressatissima polizia londinese ci fa defluire verso la metropolitana. In strada tantissimi sampdoriani mescolati agli Hammers, riceviamo lì infatti complimenti e strette di mano dai tifosi locali. Anche due botte di “vaffanculo” a dirla tutta, ma con la tipica distensione che aveva contraddistinto la giornata fino a quel momento. Poi, all’interno della metro, insegniamo ai nostri avversari i cori contro l’altra squadra di Genova, invitandoli pure ufficialmente al prossimo derby del 28 settembre. Chiuso il capitolo partita, ci rechiamo in un pub per assaporare una pinta di birra in compagnia e da lì in poi la serata scivola via in modo piacevole e un poco meno frenetica fino a tarda notte. La mattina seguente, sotto una discreta pioggia, visitiamo sommariamente il centro di Londra, mangiamo e ripartiamo alla volta dell’aeroporto. Stavolta si procede in taxi, con annesso autista afghano che prima si dichiara talebano, poi ci dichiara “tutti mafiosi” ed infine ci chiede lumi sulle “bad words” italiane. Insomma, non è mancato proprio nulla. Tutto è stato meraviglioso e sinceramente molto meglio di come me lo sarei aspettato. Ringrazio per la compagniaAlice, Sara, Edoardo, Stefano, Louis, Fabio, Diego e Danilo, senza dimenticarci che siamo soltanto la cornice di questo meraviglioso capolavoro chiamato Unione Calcio Sampdoria

19-7-14: I pirati del Jolly Roger in trasferta a Bardonecchia

Probabilmente “qualcuno” ha già fatto qualche studio per provare a capire cosa può spingere tante persone a partire un sabato di luglio, sciroppandosi ore e ore di pullman, per andare a vedere una partita di allenamento contro dei dilettanti. Questo “qualcuno” può evitare tanti studi, venga a parlare con uno qualunque delle migliaia di tifosi di ogni età presenti sul campo di Bardonecchia, avrà la risposta cercata: SONO QUEI MAGICI COLORI CHE CI FANNO VENIRE I BRIVIDI! Organizzato un pullman insieme al Tamburino di Pegli,  una ventina di soci e simpatizzanti del Jolly Roger si sono messi in viaggio per raggiungere la Samp nel ritiro di Bardonecchia e vedere da vicino i propri beniamini e perché no, forse anche lui, “er viperetta”, alias Massimo Ferrero, un trascinatore che suscita simpatia e sorrisi: sospendiamo fino al 31 agosto ogni giudizio tecnico sul suo operato e limitiamoci a registrare solo la ventata di entusiasmo e  di sogni che ci sta regalando per adesso. Trasferta tecnicamente riuscita, Rossella e Sina hanno fatto il solito super-lavoro organizzativo in modo eccellente e speriamo che possa essere di buon auspicio per cominciare una stagione densa di viaggi e di soddisfazioni, da andare a raccogliere in giro negli stadi di ogni città e poter dire a tutti   C’ERO… CI SONO… CI SARO’…!